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Strategie di fotostimolazione neuronale ad alta risoluzione per il recupero visivo nelle degenerazioni retiniche
Abstract

La progressiva degenerazione dei fotorecettori rappresenta una delle maggiori cause di cecità. A causa di ciò molte persone soffrono di cecità/ipovisione congenita ed altre la manifestano durante il corso della loro vita. Si tratta di un processo molto complesso che può venire influenzato da svariati geni e da numerosi fattori ambientali. Fra queste, la malattia ereditaria più comune è la Retinite pigmentosa, termine che definisce un set di malattie monogeniche ereditarie (incidenza pari a 1:4000 nel mondo) che portano da una progressiva perdita della visione notturna e del campo visivo periferico fino alla cecità completa bilaterale, e che sono caratterizzate, nella maggioranza dei casi, dalla migrazione di pigmento nella neuroretina, attenuazione dei vasi sanguigni retinici e pallore del disco ottico. La Retinite pigmentosa è causata dalla degenerazione primaria dei bastoncelli e secondaria dei coni, mentre il resto dei circuiti retinici e le vie visive rimangono relativamente intatte. È noto come almeno150 geni siano coinvolti nelle diverse forme di Retinite pigmentosa. Ciò impedisce lo sviluppo di un approccio terapeutico unico basato sulla terapia genica. Negli anni sono stati tentati altri approcci terapeutici: in animali sperimentali si è visto che è possibile rallentare il processo degenerativo tramite farmaci specifici e che è possibile rendere di nuovo la retina sensibile alla luce tramite manipolazione optogenetica; nonostante questo, l'applicazione sull'uomo è ancora piuttosto lontana. Inoltre, alcune ricerche hanno dimostrato che è possibile iniettare cellule staminali in retine degenerate, ma con scarsi risultati. In conclusione, ad oggi non esiste cura efficace per la Retinite pigmentosa, una volta che questa si sia pienamente manifestata. Poiché la degenerazione dei fotorecettori non influenza la restante porzione di retina interna (in particolare le cellule gangliari), già da due decenni diversi gruppi al mondo stanno provando a recuperare una forma di visione grazie alla stimolazione elettrica del rimanente network retinico attraverso l'uso di protesi impiantate in configurazione sia epiretinica e sia subretinica. Tali protesi, basate sulle tecnologie del silicio, sono costituite da una matrice di elettrodi per stimolare i neuroni retinici connessi con una telecamera esterna o ad una rete di fotodiodi che rivelano direttamente gli stimoli luminosi.

Project information
Acronym
NANOSPARKS
Start date
29/05/2018
End date
28/02/2023
Role
Coordinator
Funds
Foundation
People involved
Fabio Benfenati
Fabio Benfenati
Neuroscience and Smart Materials
Budget
Total budget: 400.000,00€
Total contribution: 400.000,00€